I
muri di questo villaggio non avrebbero gridato nelle orecchie di chi fosse
venuto ad abitare qui? Tutte queste immagini, le grida lanciate e quelle
trattenute, l’ingenuità spaventata del gregge costernato, la resa dei deboli e
il loro eroismo – l’eroismo dei deboli che non sanno cosa fare e non possono
fare nulla, deboli e muti: tutto questo non avrebbe riempito l’aria di ombre,
di suoni, di sguardi?
[...]
E quel bambino andava in esilio portando con sé il ruggito di un torto
ricevuto, ed era impossibile che non ci fosse al mondo nessuno disposto a
raccogliere un urlo talmente grande.
S. Yizhar - La rabbia del vento - pag.82
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