venerdì 12 settembre 2014

Il funambolo di Paul Klee


Il decano Morton della cattedrale è stato il mio padre spirituale, mi ha insegnato moltissimo, mi ha detto cose bellissime che porto sempre con me, mi ha insegnato dei trucchi di magia e alcuni nodi, ma mi ha anche chiesto di insegnargli a mia volta a fare dei nodi. 


Un giorno mi ha fatto una richiesta splendida: voleva che io, un giocoliere di strada, andassi alla messa della domenica a parlare alla gente, perchè secondo lui le mie idee erano molto religiose. E così feci: parlai di fronte a quattromila persone riunite nella cattedrale per la messa della domenica: io, un povero giocoliere di strada che non sa nulla. 



Una volta finito il mio intervento mi chiese se conoscessi l’origine della parola religione. Viene dal latino religare, che significa annodare qualcosa.                                                                                              
Per me l’arte è questo. Il mio mestiere è quello di religare una fune, tendendola da un punto all’altro, tra due luoghi che altrimenti  sarebbero destinati a essere separati per sempre. Con la mia fune, per un lasso di tempo breve ed effimero, cinque minuti, mezz’ora, creo qualcosa in quello spazio; poi la fune scompare, ma la gente ne conserva il ricordo. 



Credo che sia molto importante nella vita, a qualsiasi livello, non solo per un artista, creare questo tipo di collegamenti, tendere una fune tra una montagna e un altra. E' come creare un legame tra due esseri umani, qualcosa di magnifico.
Philippe Petit - Credere nel vuoto - pag.53

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