C'è una me che potrei essere
C'è una me che potrei essere se solo la lasciassi respirare all'esterno. Una canzone di tuono che potrei cantare se solo la lasciassi respirare all'esterno. C'è una me che vive non vista. Passeggia nei corridoi interni. E' fatta dei sogni che fluiscono nel mezzo di queste mura nella mia mente. Lei è un'ombra interiore che attraversa il tempo, la speranza inesorabile che lentamente trasuda dai miei occhi. Come il sole drappeggiato dell'alba, non chiede mai perché è suo lavoro incendiarmi, il suo scopo l'essere la mia guida alla me che potrei essere
se solo la lasciassi respirare all'esterno,
alla canzone di tuono che potrei cantare
se solo la lasciassi respirare all'esterno.
La trasformazione è l'ingranaggio spirito del cambiamento.
Gli elementi dell'essere di qualcuno diventano consci
che il futuro è sempre distante
quando i piedi sono fermamente piantati qui
attaccati al presente
radicati nella paura.
Il cambiamento è il battito pulsante della possibilità
che si spinge dalla periferia all'adesso.
E' le domande senza risposte.
E' il viaggio tra i perché e i come.
E' il soggiorno attraverso l'oscurità con una fiamma solitaria come guida.
E' l'unica destinazione, il navigatore e il percorso. E' la rivelazione di luce blu che si manifesta quando il mattino erompe.
E' l'abbondanza quando hai saputo come ci si sente a vivere nella scarsità.
E' la gara, l'auto, l'arbitro, la tabella del punteggio e la traccia.
E' occhi fissi all'orizzonte con angeli alle spalle.
E' lo scopo mantenuto con reverenza che torna indietro quando il dubbio assale.
E' un'incertezza che dà energia e non lascia opzioni di ritorno.
Sempre in mutamento, sempre presente, a chiederci di essere di più di come noi vediamo noi stessi, di quello che eravamo prima.
Il domani è un portale infinito senza soffitto e pavimento.
C'è solo un orlo che ci fa cenno e ali disegnate affinché noi ci si alzi in volo.
C'è una me che potrei essere se solo la lasciassi respirare all'esterno. Una canzone di tuono che potrei cantare se solo la lasciassi respirare all'esterno.
C'è una me che vive non vista.
Passeggia nei corridoi interni.
Lebo MashileE' la gara, l'auto, l'arbitro, la tabella del punteggio e la traccia.
E' occhi fissi all'orizzonte con angeli alle spalle.
E' lo scopo mantenuto con reverenza che torna indietro quando il dubbio assale.
E' un'incertezza che dà energia e non lascia opzioni di ritorno.
Sempre in mutamento, sempre presente, a chiederci di essere di più di come noi vediamo noi stessi, di quello che eravamo prima.
Il domani è un portale infinito senza soffitto e pavimento.
C'è solo un orlo che ci fa cenno e ali disegnate affinché noi ci si alzi in volo.
C'è una me che potrei essere se solo la lasciassi respirare all'esterno. Una canzone di tuono che potrei cantare se solo la lasciassi respirare all'esterno.
C'è una me che vive non vista.
Passeggia nei corridoi interni.
opere di Anna Mat
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